Non è vero che la maggioranza dei cristiani sia di pelle bianca. Il cristianesimo ha un’origine non occidentale, o meglio è una religione extra-comunitaria: lo troviamo in Africa prima che in Europa, in Cina prima che in America. Tre quarti dei cristiani si trovano nel “terzo mondo”, o se preferiamo nei “paesi emergenti”.
Non è vero che il cristianesimo sia una fede al “maschile”. La maggior parte dei cristiani sono donne, le chiese cristiane sono fatte soprattutto da donne.
Non è vero che il cristianesimo sia senza futuro, destinato all’estinzione. Sebbene nel XX secolo i morti e le persecuzioni siano innumerevoli, il cristianesimo continua a crescere rapidamente.
Sono cristiane molte donne africane che lavorano dalla mattina alla sera nei campi alla ricerca della sopravvivenza. Sono cristiani molti indiani “intoccabili” che per vivere puliscono le strade dagli escrementi. Sono cristiani gli schiavi del Sudan. Sono cristiani molti “ciclisti” di Shangai. Sono cristiane le donne delle Filippine, spesso sfruttate nel moderno occidente. Sono cristiane le donne arabe che sono state stuprate e sono state bagnate dall’acido per eliminare dal loro volto o dal loro corpo qualche segno cristiano. Sono cristiani i vescovi uccisi in Sudamerica. Sono cristiani i protestanti fatti saltare come fuochi d’artificio in Pakistan. Cristiani che, malgrado tutto, cercano solo un tempo, uno spazio di libertà per vivere la loro vita con gioia, entusiasmo e gratitudine.
È stupido pensare di poter identificare e uniformare il cristianesimo in una qualche matrice etnico-nazionale. Se, però, qualcosa si può – e si deve – dire dei diffusi attacchi verso i cristiani è che questi sono veri e propri attentati alla libertà. La persecuzione dei cristiani è spesso il segnale che una seria repressione di altri diritti umani è in corso. Se i cristiani sono uccisi o perseguitati sicuramente altre morti e altre persecuzioni seguiranno.
Molti cristiani, poi, si trovano ai vertici di organizzazioni umanitarie, organizzano campagne per i diritti dei popoli, ma forse più importante di ciò che fanno è quello che sono, come vivono e perché soffrono.
Cittadini normali, a volte esemplari, loro appartengono ad un altro “Re”, ad un governatore diverso. La loro fedeltà ultima non è ad un dato sistema politico. Qualunque cosa pensiamo della relazione esistente tra Dio e Cesare, per molti cristiani Cesare non è Dio e questa confessione, spesso silenziosa, colpisce al cuore qualunque regime o sistema totalitario, procurando risposte sanguinarie e violente.
Molti cristiani sono perseguitati semplicemente perché sono cristiani, e la loro vita è spesso un’offesa imperdonabile per tutti coloro che amano la corruzione e che non tollerano visioni diverse. Loro, i cristiani, sono soprattutto testimoni di qualcosa che non si lascia assoggettare al controllo umano. Loro ci insegnano che esiste un ecumenismo della sofferenza che non può lasciarci indifferenti.